Unprecedented efforts in the fields of biology, pharmacology and clinical care have contributed to progressively turn HIV infection from an inevitably fatal condition into a chronic manageable disease, at least in the countries where HIV infected people have full access to the potent antiretroviral drug combinations that allow a marked and sustained control of viral replication. However, since currently used treatments are unable to eradicate HIV from infected individuals, therapy must be lifelong, with the potential for short- and long-term, known and unknown, side effects, and high costs for health care systems. In addition, different patterns of unexpected systemic complications involving heart, bone, kidney and other organs are emerging. Although their pathogenesis is still under debate, they are likely to originate from chronic inflammation and immune dysfunction associated to HIV infection. A final consideration regards the dishomogenous pattern of HIV disease worldwide. In fact, access to HIV diagnosis, treatment and care are seriously limited in the geographical areas that are most affected, like Africa, which sustains 70% of the global burden of the infection. This is one of the greatest challenges that international institutions are asked to face today.
Grazie a un enorme impiego di risorse nel campo della biologia, farmacologia e ricerca clinica, l'infezione da HIV ha subito una graduale evoluzione, da condizione inesorabilmente fatale a malattia cronica trattabile, almeno nei paesi in cui le persone sieropositive hanno pieno accesso alle potenti combinazioni antiretrovirali che consentono un controllo marcato e persistente della replicazione virale. Tuttavia, poiché le terapie attualmente disponibili non sono in grado di eradicare l'infezione, esse vanno protratte per tutta la vita, esponendo il paziente alla potenziale comparsa di eventi avversi, noti e sconosciuti, a breve e lungo termine, con degli alti costi per i sistemi sanitari. Negli ultimi anni sono inoltre emerse complicazioni inattese a carico di cuore, scheletro, rene e altri organi. Benché la patogenesi di queste complicazioni non sia del tutto chiara, probabilmente esse sono in rapporto con lo stato infiammatorio e il deficit immunologico cronicamente associati all'infezione da HIV. Una considerazione finale riguarda il quadro disomogeneo che la malattia da HIV presenta nelle diverse aree geografiche. L'accesso a diagnosi, trattamento e assistenza, infatti, è fortemente limitato proprio nelle aree del mondo dove maggiore è la prevalenza dell'infezione, come l'Africa, che da sola sopporta il 70% di tutti i casi di infezione da HIV. È, questa, una delle emergenze più impegnative che le istituzioni internazionali sono chiamate oggi ad affrontare.